venerdì, 22 dicembre 2006

Il giik delle USB

L'ultimo post di Sakscia mi induce a raccontarvi nel dettaglio com'è andata.

Come si sarà capito, sono un sostenitore del software a codice aperto e da molti anni, pur conscio delle potenziali difficoltà che ciò comporta, utilizzo quasi esclusivamente sistemi operativi GNU/Linux (ultimamente, mio malgrado, non è più così ma questa è un'altra storia).

Purtroppo però non sono molto abile come amministratore di sistema e perciò, memore anche delle peripezie necessarie per usare le porte USB ai tempi in cui iniziavano a prendere piede, ritenevo che per far funzionare la nostra macchina fotografica con Debian mi occorresse almeno una settimana di tempo e avevo sempre lasciato perdere.

Punto sul vivo però non ho più potuto ritrarmi e così:

  1. attacco la macchina fotografica alla minacciosa porta USB;
  2. il sistema ci pensa un attimo e mi dice che ha trovato una macchina fotografica digitale e mi chiede se deve importare le foto;
  3. penso con gioia: c'è un giik in me e rispondo di sì;
  4. attendere prego;
  5. dove cavolo sono finite 'ste foto?
  6. Gioia, senza farsi notare, esce dalla stanza, giik, un po' sconsolato, mi si siede a fianco;
  7. decido di installare l'applicazione A e, gia` che ci sono, anche B e C, giik approva silenziosamente;
  8. l'applicazione A riconosce la macchina fotografica e la chiama per nome, gioia torna ad avvicinarsi;
  9. dove cavolo sono 'ste foto?
  10. Guardo nelle cartelle della macchina fotografica che ritengo possano contenere foto ma non ne trovo. Occhiataccia tra me e giik. Gioia, in cucina, si prepara un panino;
  11. provo ad installare il pacchetto P ma è un po' antisociale e mi dice che con R1, R2, ..., Rn non vuole stare. Stranamente però pretende che con lui venga installato anche UAdP (Unico Amico di P);
  12. decido di accontentare P, R1, ..., Rn non la prendono benissimo;
  13. dopo varie peripezie riattacco la macchina fotografica, il sistema ci pensa un attimo (almeno credo) ma non dice una parola;
  14. dopo attenta riflessione (2 secondi circa), mando P e UAdP a finire di guardare la serie dei film di Conan il barbaro e chiedo scusa a R1, ..., Rn che acconsentono a ritornare;
  15. il sistema torna a riconoscere la macchina fotografica;
  16. riapro l'applicazione A;
  17. guardo meglio nelle cartelle della macchina fotografica e trovo le foto là dove erano fin dall'inizio;
  18. raccolgo con i polpastrelli qualche briciola di gioia;
  19. giik si complimenta con me: te la sei cavata in una ventina di minuti (sottointeso: invece dei dieci secondi occorrenti, considera però che poteva andarti molto peggio!).

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Scritto da Nicola Piccinini alle 2:43 AM in informatica/

lunedì, 4 settembre 2006

Disturbato psichicamente

Sento il dovere di rispondere al post di Enrico Maria Milic intitolato Linux e il disturbo psichico.

Un paio di premesse:

  • da più di 10 anni uso abitualmente GNU/Linux al lavoro e a casa (e non mi pare che la mia psiche ne abbia risentito più di tanto ;-) ), questo per dire che sopperisco abbondantemente con l'esperienza alla poca competenza nel parlare di questi temi. Divagando un po': Windows invece lo uso molto raramente, mi capita di farlo solo su macchine altrui e tutte le volte sono impacciatissimo, sembra quasi che non abbia mai visto un computer. Dato che spesso, in quei casi, figuro come l'esperto di turno la situazione diventa particolarmente imbarazzante!
  • non è mia intenzione dare il via ad una delle classiche battaglie tra sostenitori di sistemi operativi diversi, voglio solo fare alcune precisazioni, peraltro già stranote, che ritengo utili a chi legge per una migliore comprensione della questione.

Punto per punto:

  • Thunderbird per la posta, Firefox per il web e Open Office per i software di testi, calcolo e presentazioni

    per i primi due non dovrebbero esserci molti problemi visto che si usano in ambienti basati prevalentemente su standard aperti. Il discorso purtroppo cambia per Open Office perché opera dove lo standard di fatto sono i formati proprietari Microsoft. Visto che, per quanto ne so, non esiste una documentazione pubblicamente consultabile su come siano fatti tali formati, l'attuale compatibilità offerta dai prodotti a sorgente aperto è stupefacente ma, purtroppo, ancora insufficiente :-( . Un discorso analogo lo si può fare per Thunderbird e Firefox per quel che riguarda la fruizione di documenti non canonicamente {ueb}, ad esempio i video. Questo è uno dei più grandi ostacoli alla diffusione di GNU/Linux.
  • incompatibilità di schede audio varie, per esempio, mi fanno diventare un’avventura complessa usare Skype

    il problema della mancanza di driver è incontestabile ed è un altro grosso ostacolo alla diffusione di GNU/Linux. Va però precisato che, in teoria, chi produce l'hardware dovrebbe anche fornire idonei driver idonei. Questo infatti avviene abitualmente per i sistemi Microsoft ma raramente per GNU/Linux perché probabilmente non si reputa conveniente sostenere il costo necessario a soddisfare una piccola fascia di potenziali utenti. Non si possono però imputare agli sviluppatori di Ubuntu o di qualsiasi altra distribuzione GNU/Linux tali mancanze. Non è un caso che il problema si senta molto meno per quel che riguarda i dispositivi di connessione di rete, visto che la quota di mercato dei server GNU/Linux è molto più significativa.
  • Gimp come programma per la grafica - che ogni tanto mi tocca usare - è un programma sfigato e scadente.

    Gimp rimane un mistero anche per mia moglie e me. A detta di molti è un software potentissimo ma, a mio parere, è troppo difficile da usare. Probabilmente richiede una certa dimestichezza con concetti di grafica al computer a me del tutto ignoti.
  • Ma la cosa peggiore è quella che mi sto sobbarcando ora: per aggiornare Ubuntu dalla versione 5 alla 6 non c’è una - dico una - guida in inglese o in italiano che permetta a un "human being" come me di capire come fare senza frizzi e lazzi di righe di comando, shell e pippette varie.

    Qui quel che va precisato è che il passaggio tra due versioni principali di una distribuzione non è una pipetta. È un po' come passare da Windows 98 a Windows XP operazione che, nella mia ignoranza, non credo sia indolore e richieda invece tante reinstallazioni e riconfigurazioni.
    Ad ogni modo su Ubuntu, a braccio, dovrebbe bastare editare il file /etc/apt/sources.list sostituendo il nome della vecchia versione con quello nuovo, poi aprire un terminale di root (suvvia, non bisogna avere paura dei terminali!), lanciare il comando apt-get update che aggiorna il database dei pacchetti e poi il comando apt-get dist-upgrade che effettua concretamente l'aggiornamento. Penso che, con un accesso ssh, si possa far fare l'operazione in remoto a qualche amico più competente ma per esserne sicuro dovrei chiedere al mio sistemista di fiducia (non vorrei che un aggiornamento così importante chiudesse la connessione a lavoro incompleto!).
    In generale credo che la gestione degli aggiornamenti di sistema sia un punto di forza di GNU/Linux, non il contrario. Tanto per dire io la settimana scorsa ho spostato il mio sistema su un disco più capiente in un paio d'ore (il tempo materialmente necessario per riscaricare e reinstallare il sistema e copiare i miei dati) perdendo una sparuta minoranza delle mie configurazioni e personalizzazioni. Tutto questo senza masterizzare alcun cd o dvd, operazione che detesto.

In conclusione, a mio parere, è per certi aspetti vero che, al giorno d'oggi, usare GNU/Linux sia un atto di masochismo. Non bisogna però pensare che ciò sia causato dalla mente folle dei {gik} che sviluppano software a sorgente aperto (beh, ogni tanto forse è proprio così ;-) ). La ragione fondamentale è che esiste il monopolio Microsoft nei sistemi operativi su macchine desktop, ciò condiziona implicitamente la produzione di ogni materiale informatico (software, documenti, ecc.) rendendolo molto più facilmente fruibile all'interno di tale ambiente. Una riprova di ciò è che quando si opera, come me, in settori tradizionalmente legati a GNU/Linux spesso il lavoro risulta più complicato se svolto con Windows.

In altre parole, l'indiscutibile migliore facilità di utilizzo di Windows è in massima parte dovuta al fatto che tutti (o quasi) ce l'hanno e tutti (o quasi) assumono (erroneamente) che anche chi adopererà la loro roba ce l'ha. C'è, in questo senso, una diffusa mancanza di sensibilità nei confronti di chi preferisce non usare prodotti proprietari. Detto questo, a mio parere, sarebbe buona cosa se tutti, ad eccezione degli azionisti Microsoft, si impegnassero, con l'uso quotidiano del computer, a ridurre la propria dipendenza da Windows e, più in generale, da formati e protocolli chiusi, perché il monopolio giova solo ai monopolisti.

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Scritto da Nicola Piccinini alle 8:51 AM in informatica/